Gli incontri

Durante il primo colloquio (se riguarda minori, il primo incontro è con i soli genitori) si cerca di fare, insieme, un quadro della situazione, delle difficoltà e degli obiettivi che si vorrebbero perseguire, e si delinea l’anamnesi.​

Psicodiagnosi4/5 incontri in cui, a seconda della richiesta, vengono somministrati test cognitivi, sugli apprendimenti,   emotivi e/o  viene effettuata l’osservazione del comportamento (nel caso si tratti di un bambino). L’obiettivo è ottenere un quadro  dettagliato delle difficoltà, dei punti di forza e delle risorse del soggetto. Alla psicodiagnosi fa seguito, se richiesta, una relazione clinica.​

Sostegno e consulenza: per le situazioni in cui non c’è un quadro psicopatologico di rilievo ma solo il bisogno di un appoggio e di un sostegno temporaneo al fine di superare un particolare momento di vita o una difficoltà (anche legata alla gestione di un bambino). In questi casi avere uno spazio dove essere ascoltati e consigliati  può aiutare a comprendere meglio le proprie emozioni, gli scopi di vita e le strategie per affrontare le specifiche difficoltà. Nel caso si tratti di minori, si può trattare di Parent Training, in cui i genitori possono avere indicazioni pratiche su come gestire situazioni difficili con i figli (questo approccio è particolarmente utile per gestire a livello famigliare l’ADHD). 

Psicoterapia cognitiva: nel caso in cui dalla psicodiagnosi  e/o dai primi 2/3 incontri anamnestici emergano sofferenze significative che influiscono sul normale svolgersi della vita, è necessario intraprendere un percorso di psicoterapia, formalizzato con la stesura di un “contratto terapeutico” in cui, di comune accordo, si stabiliranno obiettivi, tempi, costi e ipotetica durata del percorso. Se emergono vissuti traumatici (a seguito di lutti, separazioni, incidenti, disastri naturali, violenze ed abusi sessuali e/o psicologici), può essere utile intraprendere un percorso terapeutico E.M.D.R.

Come funziona un incontro?