







Il terapeuta
è un compagno di viaggio particolare: non indica la strada né dà consigli, tanto meno giudica, ma aiuta a prendere consapevolezza della strada intrapresa, di come si vive il viaggio, da dove si è partiti e dove si è diretti. Usando le parole di Guidano, maestro del costruttivismo italiano, il terapeuta è un “perturbatore emotivo strategicamente orientato”, che, attento alle emozioni proprie e altrui, nella reciprocità del qui e ora con il paziente, aiuta quest’ultimo a modulare le proprie emozioni e a diventare consapevole del proprio funzionamento relazionale.
Solo attraverso l’esperienza emotiva incarnata e consapevole è possibile attivare il processo di conoscenza e cambiamento.
La psicoterapia cognitiva vede quindi il paziente come attore attivo di un processo di crescita consapevole: il vero esperto di se stesso è proprio il paziente, che, adeguatamente accompagnato, trova dentro di sé le risorse per affrontare la difficoltà.
In base al contratto terapeutico e agli obiettivi concordati con il paziente, l’attenzione è focalizzata prevalentemente sul presente o sul passato; ciascun percorso è unico e speciale.
La terapia cognitiva può essere intrapresa da chiunque stia vivendo un momento di fatica, dolore, confusione e non riesca a superarlo in tempi ragionevoli.
L’approccio cognitivo è, inoltre, particolarmente indicato per chi soffre di:
L’approccio cognitivo è, inoltre, particolarmente indicato per chi soffre di:
- disturbi d’ansia o attacchi di panico;
- disturbo ossessivo compulsivo;
- disturbo alimentare;
- disturbo depressivo;
- disturbo dissociativo.
Non è tuttavia necessario avere un sintomo conclamato o una urgenza per rivolgersi allo psicoterapeuta. La terapia cognitiva può essere intrapresa da chiunque stia vivendo un momento di fatica, dolore, confusione e non riesca a superarlo in tempi ragionevoli.
Ciò che primariamente è importante, per cominciare la terapia e ottenerne un buon esito, è la motivazione personale a intraprendere il percorso stesso.